Perugia – Umbria

Il capoluogo di provincia, PERUGIA, è la base più ovvia per iniziare un tour dell’Umbria. È una città stranamente mista, con un centro medievale e non poche industrie: Buitoni, il popolo della pasta, ha sede qui, ed è anche il luogo in cui viene prodotto il miglior cioccolato italiano, la Perugina. Può essere molto affollato in estate, ma c’è da fare una giornata di visite turistiche e la presenza dell’Università Italiana per Stranieri, istituita da Mussolini per migliorare l’immagine dell’Italia all’estero, conferisce un tocco di stile cosmopolita.

Perugia fa perno su un’unica strada, Corso Vannucci, un’ampia arteria pedonale costantemente brulicante di azione. In fondo, l’austera Piazza Quattro Novembre è alle spalle del sobrio Duomo, recentemente riaperto dopo i danni causati dal terremoto del 1983, anche se l’interno, che ospita la cosiddetta “fede della Vergine”, un ingombrante pezzo di agata di diametro grande che cambia colore a seconda del carattere di chi lo indossa, non è particolarmente interessante. I perugini tengono l’anello rinchiuso in quindici scatole incastrate l’una nell’altra come bambole russe, ciascuna aperta con una chiave tenuta da una persona diversa; viene presentato al pubblico ogni 30 luglio.

Il fulcro della piazza è la Fontana Maggiore, scolpita dalla squadra di padre e figlio Nicola e Giovanni Pisano e che descrive episodi dell’Antico Testamento, miti classici, favole di Esopo e i dodici mesi dell’anno. Di fronte si erge la scarna mole del Palazzo dei Priori, che vale la pena dare un’occhiata all’interno per la Sala dei Notari affrescata (tutti i giorni 9:00-13:00 e 15:00-19:00; gratuito). Poche porte più avanti, in Corso Vannucci 25, c’è il Collegio di Cambio (mar-ott mar-sab 9-12.30; nov-feb gio e ven 8-14, mer e sab 8-14 e 16-19; L2000), il il cambiavalute medioevale della città, affrescato dal Perugino. Il palazzo ospita anche la Galleria Nazionale dell’Umbria (mar–sab 9–13:30 e 15–19, domenica 9–13; L8000), una delle migliori gallerie dell’Italia centrale – un viaggio di dodici sale attraverso la storia della pittura umbra, con opera del Perugino e del Pinturrichio insieme a uno o due straordinari capolavori toscani (Fra Angelico, Piero della Francesca) e prime opere senesi (Duccio).

Le strade migliori per passeggiare per avere un’idea della città vecchia sono su entrambi i lati del Duomo. Via dei Priori è la più caratteristica e conduce al colorato Oratorio di San Bernardino di Agostino di Duccio, la cui facciata riccamente abbellita è di gran lunga il miglior pezzo di scultura della città. Da qui si può percorrere la parte settentrionale del centro, lungo via A. Pascoli, fino all’Arco di Augusto, la cui parte più bassa è oggi uno dei pochi monumenti rimasti della Perugia etrusca. Il resto superiore fu aggiunto dai romani quando conquistarono la città nel 40 a.C. Dall’altra parte del paese, lungo corso Cavour, si trova la grande chiesa di San Domenico, una delle cui cappelle custodisce un superbo arco scolpito da Agostino di Duccio, e, a destra dell’altare, la tomba di papa Benedetto XI, un elegante pezzo di uno dei tre maggiori scultori dell’epoca: Pisano, Lorenzo Maitini o Arnolfo di Cambio non si sa quale. Ci sono anche alcune imponenti vetrate colorate, le seconde più grandi in Italia dopo quelle del Duomo di Milano. Nei chiostri della chiesa, il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria (mar–sab 9–13:30 e 14:30–19, domenica 9–13; L5000) possiede una delle più vaste collezioni etrusche in circolazione. Più avanti lungo corso Cavour, annunciata da un campanile a razzo, la basilica di San Pietro del X secolo è la più idiosincratica di tutte le chiese della città. Il suo coro è stato definito il migliore d’Italia, e vi sono una miriade di opere del Perugino e di altri.

Perugia era una città etrusca molto importante con edifici meravigliosi come l’Arco Etrusco o il Pozzo Etrusco. L’imperatore romano Ottaviano conquistò la città e le diede un nuovo nome: Augusta Perusia. Dopo la caduta dell’Impero Romano, la città divenne comune autonomo con un proprio comune, ma spesso diviso in feroci lotte contro famiglie come i Baglioni. Questa famiglia fu l’unica a contendersi la città con lo Stato Pontificio nel 1531. Il papa Paolo III, come simbolo del suo potere, decise di costruire la Rocca Paolina, un enorme masso sopra la città vecchia. Questo potere terminò nel 1860, anno dell’Unità d’Italia.

FARMHOUSE
INVIA MESSAGGIO